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Giovedì Web
Shoegazer: in arrivo
Shazam per le scarpe
di Samuele Coco
15/12/2016 - 02:01

di Samuele Coco

Appena acquistato il nuovo smartphone, la prima cosa da fare è quella di scaricare le app indispensabili. Nella lista di quelle essenziali, poco dopo i più famosi Facebook, WhatsApp o Google Maps, è altamente probabile che si trovi anche Shazam. Per tutti quello che ancora non la conoscessero, Shazam è l’app per l’identificazione della musica più famosa al mondo. Basta aprirla in presenza di una canzone e, nel giro di pochi istanti, sarà in grado di riconoscere l’artista e il titolo della traccia in esecuzione.

Shazam è stata progettata con una tecnologia in grado di riconoscere in pochi istanti i suoni che provengono da fonti esterne, in maniera tale da associarli correttamente con i brani del catalogo musicale proveniente da librerie come quella di iTunes Store. L’operazione avviene in un lasso brevissimo di tempo e l’affidabilità dei risultati è altissima, con un margine di errore prossimo allo zero.

Non è un caso quindi che tecnologie come questa siano al vaglio di molte aziende mondiali. Avere la possibilità di riconoscere al volo degli oggetti e, allo stesso tempo, fornire all’utente la possibilità di comprarli, potrebbe rappresentare una nuova frontiera negli acquisti online. L’agenzia britannica Happy Finish ha già lanciato Shoegazaer, la sua app prototipo in grado di riconoscere i modelli di scarpe da ginnastica presenti sul mercato. Così, se mentre siamo in giro vediamo qualcuno indossare un bel modello di sneaker, ci basterà inquadrarle con lo smartphone per ottenerne il nome.

E’ facile considerare come una tecnologia del genere possa fare gola alle grandi aziende: se è stato possibile creare Shoegazer per le scarpe, sarà altrettanto possibile sfruttare questa intelligenza artificiale per riconoscere anche altri oggetti di abbigliamento come magliette, cappelli, occhiali e chi più ne ha, più ne metta. Probabilmente, i grossi investimenti nel campo della realtà aumentata che stanno portando avanti Apple e Google non sono casuali. Di questo passo, un giorno potremmo ritrovarci a far interagire completamente il nostro smartphone con la realtà che ci circonda: ma saremo ancora in grado di distinguere la nostra realtà da quella cosiddetta ''aumentata'' dei nostri telefoni?



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